Avevo un ceppo di abete aperto sino al cuore da una larga fessura. Ho immaginato una coppia di elementi allacciati da una parte all'altra di questa fessura che riservava però uno spazio di svincolo. Ognuno dei due converge verso questa crepa ma con comportamenti opposti. L’uno, estroverso, si racchiude sulla superficie esterna del tronco. Il secondo, introverso. si rigira verso il cuore.
quercia, Ø 40 x h.20 cm.
Spinti dallo stesso desiderio di avvicinamento, si sforzano di scivolare per focalizzare questi estremi in un unico punto di convergenza,
L'abete si è rivelato purtroppo inutilizzabile e senza consistenza e ho proseguito il progetto in un tronco di quercia.
Il tronco di quercia è molto lontano dal cilindro ideale, con la sua sezione ovale, piuttosto dissimmetrica e ammaccata !
Dato che nelle mie sculture, non è la forma che prevale ma invece la riproduzione di comportamenti vitali, non correggo le irregolarità presente ma modifico la sistemazione delle parte in funzione di quest' imprevisto.
Faccio dunque le mie sculture molto piano, tuffandomi più avanti nel progetto, adattandolo ai « difetti » della realtà e vivendo un avventura come in ogni esperienza umana.
Ho filmato il percorso - laborioso! - della loro nuova intesa :
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